Tre sonetti di Mario Marchisio

Sdoppiamento

Dagli alti abeti la luce dardeggia
Occhio di lupo in selva profonda;
Brilla un arpione: saetta, s’affonda
Nel corpo nudo che inerte galleggia.

L’acqua ormai bruna – è il tramonto – si scheggia
Di bacche e sterpi, di fragile immonda
Falce di luna, e più cupo ne gronda
Il pipistrello e fra i rami volteggia.

Non domandarti chi sia l’assassino,
Sappi soltanto che morte serpeggia
Dietro i tuoi passi e ti ha quasi ghermito.

Fèrmati, aspetta che il gelido uncino
Faccia di te la sua pallida reggia;
Del tuo dolore, un sogno infinito.




Interno, esterno

Come la notte s’attorce e consuma
E l’alba a tormentarci si prepara
Nell’ora incerta in cui alcova e bara
Paion vascelli soffusi di bruma,

Invade la bocca ogni volta più amara
Un fiotto di sangue che nero s’aggruma,
Che nero si scioglie, vortica, schiuma,
Arde con soffio di tetro Sahara.

E un’unghia irrompe nel buio, coltello
Che ondeggia lento e mi squarcia improvviso,
Nibbio furente, socchiuso cancello…

Venga la pace che dona il narciso
Sopra l’aiuola, intorno al ruscello
Bianco di petali senza un sorriso.




Implorazione

Ridài un nome a quelle voci mute
Languenti nelle insidie dell’aurora;
L’avevano: lo persero: cadute,
Incandescente falco le divora.

Ridài un gesto a quelle mani spente
Dal raggio cancrenoso che s’infiora
Nel limo in pena, mia notte clemente,
Distendi il velo che non trascolora.

Tu puoi tu sai!: vorrai spezzare al sole
Lo scettro infame della tracotanza?
Da troppi eoni umilia la sua danza

Anime schiave di corporea mole;
E ovunque splenda, in viso in erba in stanza,
Non è che esilio, vacuità, mancanza.



Commento di Paolo Pera

Non domandarti chi sia l’assassino, / Sappi soltanto che morte serpeggia / Dietro i tuoi passi e ti ha quasi ghermito. La meditazione sulla morte pervade l’intera opera di Mario Marchisio, questi tre sonetti ci presentano il suo canto. Se l’uomo non è null’altro che un’anima schiava di corporea mole la sua esistenza terrena sarà solo un vacuo esilio, un’infinita mancanza sempre pronta a rimpolpare di materia quell’enorme cratere di niente che abbiamo nel ventre. Accostarsi alla riflessione sulla fine feconda contro quel nulla che spesso ci sovrasta, riempie il vuoto che ospitiamo. Ecco allora che, emergendo dalla povertà spirituale, ci auguriamo: Venga la pace che dona il narciso

Mario Marchisio è nato a Torino nel 1953. Un’ampia antologia della sua opera poetica, narrativa e saggistica è recentemente apparsa in due volumi: La morte attiva. Poesie, racconti, pensieri 1973-2017 (Aurora Boreale, 2018), (da cui sono tratti i tre sonetti sopra riportati); Peregrinazione. Saggi e dialoghi 1983-2016 (ivi, 2018). Nel 2019 ha pubblicato La difficile amicizia delle parole. Cronache di poesia (Achille e La Tartaruga)





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