Lo shoji, il riso e la carne
Presi da terra una manciata di riso
e lo tenni stretto a pugno nella mano
fino a farlo diventare caldo e colloso…
Mi avvicinai allo shoji e in uno spazio rettangolare
della washi feci ideogrammi della parola “seme”,
attingendo con l’indice all’impasto di vita…
Dall’altra parte filtrava una luce di primavera
e odore di mandorlo in fiore ma non il suo muscoso
di uomo d’occidente, e tanto meno del suo corpo
l’ombra o della sua carne il gradevole indecente…
di Lamberto Garzia, da Shiai e Ai. Combattimento e amore, Effigie, 2014
Ai bordi
Ai bordi di linee e rumori,
tace un poco il mondo
e trova il suo passo
un rapido fiorire. Ai bordi.
di Marco Marangoni, in AA.VV., Gli Argonauti, Ed. Archivi del ‘900, 2001, pag. 145
* * *
Lo sai cosa c’è oltre?
A volte credo di averlo fatto il viaggio
ma non so se era immaginazione
certo, il sogno porta nella luce
ma io ragiono con la misura della terra
e non so comprendere
il senso bianco delle nuvole.
di Cinzia Marulli, in Percorsi, La Vita Felice, 2016
* * *
Siamo piccoli arcieri
che puntano all’altrove.
La faretra da cui caviamo i dardi
è la memoria.
Seduti i morti ancora
accanto ai loro vivi
in uno scintillamento breve
appuntamento che non vogliamo rimandare.
di Adriana Tasin , da Il gesto è compiuto, puntoacapo Ed., 2020, pag 62
* * *
Anche gli occhi hanno le loro ragioni:
è così che ti ho vista serena mamma
specchiandomi stamattina.
Era il mio desiderio a fuoco sulla retina
o la tua smania salita dal buio
sbattuta di faccia sul limite del vetro?
di Camilla Ziglia, inedito, 2020
Sono proprio “piccoli arcieri” i versi di Adriana Tasin. Pacifici e desiderosi di arrivare al punto. Al punto di partenza, e ritorno, a chiudere il cerchio del principio come fine. E fine come principio.
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Grazie, Isabella! Una freccia che va, colpisce e torna chiudendo il cerchio, sì. Nel punto di coincidenza “Seduti i morti ancora/ accanto ai loro vivi/ in uno scintillamento breve” li immagino seduti accanto, su una panchina, a godere nuovamente di un momento di comunanza. E la memoria è il filo che cuce.
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