Io non la capisco la poesia
Io non la capisco la poesia, cosa vuole
da me, a quale esilio allude, di quale
nostalgia si fa megafono.
Perché mi pianta in asso, perché
a volte mi chiama, mi lusinga, mi tiene,
mi chiede, ma poi si siede e non
si smuove, mi guarda e tace, chiude
le porte, serra le fila, mostra
le unghie da dispettoso gatto,
lancia un fischio gaglioffo, forse
non sono io abbastanza poeta, ma vi giuro
amo i frigoriferi che borbottano e le lavatrici
che sbuffano, e i piatti e le posate amo,
e chi sorride, e amo chi ha solchi di lacrime
nascosti dentro il cuore, e i fiumi, e tutti gli animali,
eppure quando mi graffia e mi luccica il sangue
sulla faccia, io sento che forse anche lei mi ama,
e le piace se tremo, se digrigno i denti,
e sanguino e soffro prima di volare.
da Cronachette ispide
in Quinto repertorio di poesia italiana contemporanea, Arcipelago itaca, 2021, pag. 63
Paolo Polvani è nato nel 1951 a Barletta, dove vive. Ha pubblicato diversi libri di poesia, ultimi dei quali: Una fame chiara (Terra d’Ulivi, 2014), Cucine abitabili (MR editori, 2014), Il mondo come clamoroso errore (Pietre vive, 2017), L’azzurro che bussa alle finestre (Versante ripido, 2018). Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, portoghese, rumeno, giapponese. E’ tra i fondatori e redattori di “Versante ripido”. La silloge inedita “Cronachette ispide” è tra le vincitrici del 6° Premio Arcipelago itaca, pubblicata nel Quinto repertorio di poesia italiana contemporanea, 2021
Ecco. Infatti… mi era già piaciuto. Gradirei si pubblicasse altro di questo poeta. Si può?
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Carissima, per la rubrica “Inediti italiani” il mio intendimento è quello di una maggior rotazione possibile, almeno nel corso dell’anno. Trovando però positivo e stimolante il tuo commento, chiederò all’autore se può inviarci il suo lavoro edito, così da poterlo in tempi meno estesi commentare e proporre. Grazie per la preziosa attenzione!
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