Ingenuo e rupestre mi fugge dalla profondità del prato
un cervo sette punte
tra valli spaiate a perdersi a vicenda
noi e loro fuggitivi e rifugiati
nelle tane delle menti altrui.
Lepri teneramente solenni vigilano
sotto larici di gialli fiammanti e chiedono vita
rizzando le vibratili orecchie al cielo
preghiera corale alla madre nostra
-custodisco il segreto canto, muso all’insù.
*
Aspetto devota il passaggio del ragno
mi faccio sostegno al peso d’una coppia d’ali
accarezzate sulla caviglia nuda
e nella compagnia schiusa della farfalla
alle radici della croce, prima stella della valle
cerco il riposo imprevedibile della montagna
-nei suoi canti di crollo e gole d’animale
si affaccia la mia prima voce.
Gaia Boni, trentina d’origine, ha sempre fatto la spola tra i boschi di Fiera di Primiero e Crema, in Lombardia, dove studia e vive la maggior parte del tempo. Ha conseguito la tesi di laurea in Arti Visive all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo. Attualmente è studentessa magistrale all’Università Statale degli studi di Milano, in Editoria, culture della comunicazione e della moda, curriculum Editoria. Ha esposto sue opere in diversi spazi espositivi e da due anni porta avanti un progetto poetico-musicale, in cui unisce la poesia a canzoni celtiche e scandinave. Sue poesie sono state pubblicate in antologie cartacee, blog e giornali, cartacei e digitali. Collabora, scrivendo articoli, con riviste online. Suoi componimenti sono stati tradotti in spagnolo per riviste sud americane. Risulta vincitrice o finalista in diversi concorsi poetici. Nel 2018 è uscita la sua prima raccolta Fiori Nudi, edita da Carta Canta Editore.