Alfredo Rienzi, Partenze e promesse. Presagi, puntoacapo Editrice, 2019
La scrittura biblica si nutre di passaggi, lunghi cammini e profezie. La sua forza di attrazione risiede nella binarietà della sua lingua, insieme splendida e oscura, specchio del dio sfuggente che l’ha ispirata. A questo modello elevato si riferisce l’ultima, pluripremiata, opera poetica di Alfredo Rienzi, “Partenze e promesse. Presagi”. E’ una raccolta suddivisa in sezioni evolutive progettualmente necessarie in cui alchemicamente si riesce a tenere unite luce e oscurità, a separarne gli elementi costitutivi, a far precipitare quanto di splendente ci sia nel buio e quanta traccia di nero ci sia nell’ ascesa zenitale. I versi di Rienzi si macerano in un percorso tortuoso e accidentato – dove la partenza è già per sua definizione ‘seconda’-, cosparso tanto di vestigia primitive, quanto di tracce ineliminabili del contemporaneo e del suo impossibile smaltimento:”quando scende non acqua ma metallo/e l’inodore dell’uranio”(IL PRESAGIO,p.61, vv.8-9)…
Continua su Laboratori Poesia.it del 16 dicembre 2021