Parole sulla poesia: consigli dell’ultimo www.enerdì del mese #Maggio-Giugno 2022

interventi, saggi, recensioni, attualità e memorie dal web
la poesia non sia mulinello di leggi-e-getta


Lorenzo Pompeo “Come una sciarpa troppo lunga” di Piera Oppezzo, poetessa da (ri)scoprire”, su Il Vascello Fantasma, del 22 aprile 2022

[…] Sono poche le voci che hanno saputo offrire una testimonianza di quegli anni e di quella particolare stagione senza compromessi, senza cedere alla tentazione dei rimpianti o delle auto-celebrazioni. Una testimonianza quella di Piera Oppezzo lucida (non a caso il titolo della sua recente raccolta, Una lucida disperazione). Scrive a proposito Giovanna Rosadini «la fiducia nello strumento del linguaggio, che è una costante della poesia e letteratura femminile emergente del Novecento (..) si esprime attraverso il rigore e la precisione dell’enunciato poetico. Caratteristica fondamentale, per stessa ammissione dell’autrice, della sua poesia è “l’espressione basata sui concetti e non sui sentimenti”». Leggi tutto…



Antonio Bux, Cristina Annino, “Avatar”, su Avamposto, del 3 maggio 2022

Nella lunga e originale traiettoria compiuta, la Annino è sempre rimasta fedele al proprio ‘fare poesia’, in senso per davvero materico, e in Avatar la sua scrittura continua a fondarsi su una commistione di interessi sia visivi che lirico-musicali. È così che riesce a trasformare un fantomatico ermetismo in filosofia del linguaggio poetico. Parrebbe un divertissement, ma si potrebbe tranquillamente parlare di dadaismo, come finanche di poesia civile, di un civile però votato alla metrica, al suono. C’è una sorta di espressionismo implicito a legare il tutto. Rinnova la lingua popolandola di voci multiple e di personalità ondivaghe, oggettivando con fantasticherie o, se vogliamo, fantasticando nell’oggettività. Leggi tutto…



Giancarlo Baroni, La faticosa necessità della scrittura, su Almanacco PUNTO, maggio 2022

“«Cammino, gesticolando e gorgogliando appena, senza parole quasi: ora rallento il passo per non turbare il gorgoglìo, ora grugnisco più in fretta al ritmo dei miei versi. Così si pialla e prende forma il ritmo, fondamento di ogni opera poetica, ch’esso percorre tutto come un rimbombo. A poco a poco dal rimbombo si comincia a estrarre le parole. Alcune parole fanno semplicemente uno scarto e svaniscono per sempre; altre invece indugiano, girano e rigirano decine di volte, fino a che non si sente che la parola ha trovato il suo posto… Quando l’essenziale è ormai pronto, si ha di colpo la sensazione che il ritmo sia spezzato: manca una sillaba, un suono. Si rifanno allora tutte le parole, e il lavoro vi precipita in una condizione di delirio esasperato. Quasi vi applicassero, per la centesima volta, su un dente una corona che non vuole reggere! Alla fine, dopo cento riprove, va a posto! La somiglianza è per me aggravata dal fatto che, quando infine la corona va a posto, i miei occhi stillano lacrime…di dolore e di conforto», scrive nel 1926, in Come far versi, Vladimir Majakovskij.” Leggi tutto…



Redazione di Poetarum Silva, ‘Gli scomparsi’ Curzio Malaparte, su Poetarum Silva, del 30 maggio 2022

[…] Il libro di oggi è L’arcitaliano e tutte le altre poesie, di Curzio Malaparte. Le poesie di Malaparte, invero non sempre riuscite, sono sparite da tempo dalla circolazione. Nel volume che ricordiamo, edito da Valecchi nel 1963 (in questo ritrovo di libri perduti – per scelta – di rado nominiamo gli editori), sono compresi anche alcuni testi molto acuti del Malaparte poeta. Ne proponiamo uno agguerrito e polemico che data del 1935, cioè poco dopo il confino a Lipari, e che forse è stato scritto proprio durante il confino, come molte delle poche poesie di Malaparte.
Parnaso inaccessibile. […] Dopo quasi vent’anni d’esilio, l’endecasillabo riappare fra noi con l’andatura claudicante di quei nobili, emigrati a Coblenza, che rientravano in Francia al seguito degli eserciti della coalizione. Ed è veramente il caso di dire che l’endecasillabo ritorna nel nostro Parnaso al seguito degli stranieri, e proprio per merito di quegli stessi poeti nostrani che più si sono distinti nella così detta “invenzione” di forme e di spiriti nuovi, cioè nel trasporre, nella lirica italiana, le forme e gli spiriti in uso nella modernissima lirica di Francia. La tradizione classica alla quale si richiamano discretamente questi restauratori dell’endecasillabo non è infatti se non una tradizione di seconda mano, un classicismo tradotto dal francese. Leggi tutto...



Milena Nicolini, Daria Menicanti – 1, su Casamatta n. 15, Giugno 2022

Milena Nicolini, Daria Menicanti – 2, su Casamatta n. 15, Giugno 2022

Propongo qui un lavoro corale su Daria Menicanti, grande poeta del Novecento quasi totalmente dimenticata, forse perché non abbastanza tragica la sua vita o forse perché si tenne sempre fuori dai gruppi e movimenti ‘importanti’ a lei coevi. Originale, politically non correct, anticonformista, di rande forza. Tanto si deve ancora indagare su di lei, della formazione, delle amicizie del lavoro intellettuale e soprattutto della sua poesia. Leggi tutto – parte 1parte 2

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