Ph: Alfredo Rienzi, agosto 2022 ©
Giardino nero (1)
Ora si sono schiusi dalle terre della morte
Questi fiori che un lungo sforzo di sogni ha sparso
Con la cenere e l’immateriale fumo
Di un’aiuola di iris notturni sfogliati
Uno come l’altro come ombre tenebrose
Entro le correnti di un’ultima e terribile stagione
Dalle acque nere. I lenti diamanti dell’ora
Hanno brillato luminosi, strana
Illuminazione del sole sconvolto
I gigli hanno dissipato l’oscuro accumulo
Del bel giardino dove si infrange la marea
E il gelido metallo delle vostre sante colonne
O steli ha vibrato. Ecco la notte che offre
La chiave universale delle sue porte di corno
Alle anime liberate che esalano.
Giardino nero (2)
Scorrete fiumi del cielo nei nostri petali neri.
Le ombre hanno riempito la terra che ci regge.
Aprite le nostre strade al carreggio delle vostre stelle.
Illuminateci, scortateci con le vostre schiere,
Legioni argentine lungo la strada mortale
Dove ci incamminiamo al centro della notte.
Così il giardino parla in riva al mare.
E il gelido metallo delle vostre sante colonne
O steli ha vibrato. Ecco la notte che offre
La chiave universale delle sue porte di corno
Alle anime liberate che esalano.
Festa notturna
Questa festa collega gli stagni
Al folgorante carreggio degli astri
Con le sue cornucopie
In ncui rotolano i nostri pensieri brillanti
IN qualche posto fra terra e cielo
Essa vuota queste immondizie d’anime
Che qualcuno nella notte in fiamme
Scambia per cigni volanti
E noi melliflui assistenti
della trasfusione del nostro midollo
Vediamo fondere anche alle stelle
Dei nostri sogni esilaranti.
Luna
Amara al gusto questa sera, gelosa
Di quella oscura baldracca
E cavernosa, nera, carica di sporcizia
Fluttua tra noi e la luna
Luna di fiele sul mare
Lui era la luna noiosa
Come il pensiero di un malato
Sopra l’essenza dell’universo
Nella favolosa oscurità
Dove questa luna era salita
La placidità dell’estate
Tendeva i suoi rami fumosi
da Antonin Artaud, Poesie della crudeltà, trad. Pasquale Di Palmo, Stampa Alternativa, 2002