Aprile
Siederemo a un tavolino assolato
in grembo ciascuno avrà una bestia
a digiuno da lisciare.
È un gioco a perdere, lo sappiamo
ché poi le bestie spiccheranno
il salto alle gole.
Aprile è sì crudele, ma non ingrato
sai che rigoglio di sangue porterà?
***
Un biancore d’altare svetta tra cielo e cielo.
Equilibrista, tenti una fuga al precipizio.
Ricadi esatto alla condanna della fune.
Duole il corpo senza resa
avanza a scudisciate di gelo sulla schiena.
Per quale vento srotoli il tuo occhio,
in quale mano goccia il peso della colpa?
***
Viola papavero fiore di cardo
polline delle tre del pomeriggio
soglia d’aria tirata a sorte – schianto.
Parola: sostanza stupefacente
nostra prediletta
come placheremo le astinenze
quando mancherà?
Ombre misurate
obbedienti alla distanza
il cielo era ovunque
noi non bastavamo.
Barbagli
Guarda
la dolce resa dei fiori
andiamo
dove il vento ci sconfina.
***
Coi volti votati all’altrove
setacciamo barbagli nell’aria
attendiamo.
Rita Greco è nata e vive a Mesagne (Br). Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesie Perché ho sempre addosso un cielo (Il Filo Edizioni). Diplomata attrice professionista, conduce laboratori di teatro-poesia per bambini. Nel 2021 ha pubblicato La gioia delle incompiute, Giuliano Ladolfi Editore, con prefazione di Alfonso Guida. È vicepresidente dell’associazione culturale “Solidea 1 utopia”. Suoi testi sono stati pubblicati su vari siti e blog, tra cui “Rai Poesia”, “Versante Ripido”, “Poesia del nostro tempo”, “Transiti poetici”, “Poeti oggi”, “Bibbia d’Asfalto”.
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“La gioia delle incompiute” di Rita Greco