“L’assenza” di Guido Gozzano, da “I colloqui” (1911)

Ph.: Guido Gozzano, Tutte le poesie, Mondadori, 1980 (dettaglio di copertina)

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio



GUIDO GOZZANO, L’ASSENZA
(da I colloqui, 1911)



Fra i compiti della poesia figura anche il suo farsi simile a una calamita che attira forme, modi e ritmi di chi ci ha preceduto nel mondo dell’espressione, rinnovandoli e rilanciandoli verso il futuro. Gozzano, caposcuola involontario del Crepuscolarismo nonché cultore della grazia settecentesca, scelse per questa lirica il novenario, forse il verso italiano più arduo da dominare.

Un bacio. Ed è lungi. Dispare
giù in fondo, là dove si perde
la strada boschiva che pare
un gran corridoio nel verde.
 
Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell’abito grigio:
rivedo l’uncino, i romanzi
ed ogni sottile vestigio…
 
Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.           
E non sono triste. Non sono
piú triste. Ritorna stasera.
 
E intorno declina l’estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
si libra un enorme Papilio…
 
L’azzurro infinito del giorno
è come una seta ben tesa;
ma sulla serena distesa
la luna già pensa al ritorno.        
 
Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d’acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore…
 
E non sono triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino…
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino…
 
Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:    
ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani…

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio

Proposta di una poesia esemplare per ognuna delle 24 voci poetiche del XX secolo, scelte da Mario Marchisio come rappresentative del secolo, accompagnate da un telegrafico commento. I testi condurranno in un viaggio che parte dai primi anni dal Novecento fino alle soglie del Duemila.
L’antologizzatore si dichiara consapevole che almeno altri cinquanta autori e autrici meriterebbero spazio. Tuttavia questa è solo una scheggia, una esigua scheggia del gran mosaico che risplende alle nostre spalle.

I. Giovanni PASCOLI, La tessitrice, da Canti di Castelvecchio, 1903
II. Gabriele D’ANNUNZIO, Furit aestus, da Alcyone, 1903
III. Guido GOZZANO, L’assenza, da I colloqui, 1911

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