Tre poesie inedite di Sofia Archetti

proposta di Camilla Ziglia



Che primavera estivamente autunnale

Un capello incastrato in un viso,
ne percepisci il soffio di cenere?
Iride non vedi, né inconscio aiuti.

Ardono gli sterpi,
erano con noi,
non te lo ricordi?

Posticcio d’irrealtà ritorna ad aprile,
allude alla beltà di volatile
felicità di un calore

diverso da siepe
assente che brucia.
Il nostro non tale:

era di una stagione quasi quanto
questo, ma non era nemmeno nostro.
Memoria tua o mia rimani un mostro.



Nostosalghia

Assicuravano le fortezze
di lenzuola, la tumulazione
di pensieri che non avevano
spazio tra le gambe delle
sedie e l’ingenuo sussulto
di paura nel dispetto
di un adulto che toglieva
la coperta da sopra le teste.



Tragica

Àlteri lo stasimo
tra il battito di ciglia
e il battito cardiaco
quando il treno vicino
parte prima e si porta
con sé il tuo riflesso
e mi porta a credere
nel termine snervato

della catarsi incistata,
ma ti ritrovo sempre
nei quattro posti a lato,
quelli in fondo al vagone,
a sinistra.



Sofia Archetti è una studentessa del Liceo Classico Arnaldo di Brescia. Nata a Iseo (BS) nell’anno 2007, ha sempre vissuto e vive tuttora a Monte Isola. Scrive poesie da quando aveva dodici anni, alternandole per un periodo a testi da mettere in musica. Nel 2024, a febbraio, è stata scelta come migliore autrice under18 dalla giuria del premio letterario “Ossi di seppia”.


Immagine: Solstizio di primavera, 2019, foto di A.R.

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