“Nell’ora detta delle Parche” di Tommaso Landolfi, da “Viola di morte” (1972)

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio



TOMMASO LANDOLFI, Nell’ora detta delle Parche
(da “Viola di morte, 1972)

L’eredità leopardiana, viva e non museale, la rabbia e l’umor nero, l’invettiva che si ritorce contro se stessa come l’aculeo di uno scorpione per poi rivelarsi vittima sacrificale della bellezza agognata e d’ogni gioia fuggente, questo e molto altro è in Viola di morte, il diario in versi nel quale Landolfi guadagna la vetta della propria arte poetica, gettando la maschera del prosatore aristocratico e bizzarro. Una lirica come quella che qui si trascrive rappresenta un buon esempio di ciò che egli sia stato capace di forgiare, nella sua cupa segregazione volontaria.




Nell’ora detta delle Parche,
Quando la misteriosa tessitura
Di nubi, vento, vespro il cielo varca
E ci protende i mille fili
Da cui siam tratti a sepoltura,
E lasciano i reconditi cubili
Gli inferi dei, ci pare morte egregio
Accadimento, premio e privilegio.
Ah morire in quest’ora, e render vano

Tutto quanto di vile in noi s’aduna,
Sentirsi parte d’un disegno arcano
E benedire la sventura!

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio

Proposta di una poesia esemplare per ognuna delle 24 voci poetiche del XX secolo, scelte da Mario Marchisio come rappresentative del secolo, accompagnate da un telegrafico commento. I testi condurranno in un viaggio che parte dai primi anni dal Novecento fino alle soglie del Duemila.
L’antologizzatore si dichiara consapevole che almeno altri cinquanta autori e autrici meriterebbero spazio. Tuttavia questa è solo una scheggia, una esigua scheggia del gran mosaico che risplende alle nostre spalle.

I. Giovanni PASCOLI, La tessitrice, da Canti di Castelvecchio, 1903
II. Gabriele D’ANNUNZIO, Furit aestus, da Alcyone, 1903
III. Guido GOZZANO, L’assenza, da I colloqui, 1911
IV. Clemente REBORA, Lungo di donna un canto si trasfonde, da Frammenti lirici, 1913
V. Umberto SABA, Forse un giorno diranno, da Cose leggere e vaganti, 1920
VI. Eugenio MONTALE, Portami il girasole ch’io lo trapianti, da Ossi di seppia, 1925
VII. Giuseppe UNGARETTI, L’isola, da Sentimento del tempo, 1933
VIII. Cesare PAVESE, Donne appassionate, da Lavorare stanca, 1936
IX. Alfonso GATTO, Sere di Versilia, da Arie e ricordi, 1941
X. Dino CAMPANA, Donna genovese, da Inediti, ediz. postuma, 1942
XI. Vincenzo CARDARELLI, Gabbiani, da Poesie, 1942
XII. Diego VALERI, Albero, da Terzo tempo, 1950
XIII. Mario LUZI, Marina, da Primizie del deserto, 1952
XIV. Giorgio CAPRONI, Il carro di vetro, da Il seme del piangere, 1959
XV. Angelo Maria RIPELLINO, Piccolo circo, da Non un giorno ma adesso, 1960
XVI. Vittorio SERENI, Le sei del mattino, da Gli strumenti umani, 1965
XVII. Andrea ZANZOTTO, Alla vita silenziosa, da IX Ecloghe, 1962
XVIII. Tommaso LANDOLFI, Nell’ora detta delle Parche, da Viola di morte, 1972

Ph.: da Tommaso Landolfi, Le più belle pagine, scelte da Italo Calvino, Adelphi, 2001, dettaglio di copertina

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