“Sere di Versilia” di Alfonso Gatto, da “Arie e ricordi” (1941)

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio



ALFONSO GATTO, SERE DI VERSILIA
(da “Arie e ricordi, 1941)

Maestro della poesia che non rinuncia al mélos né a reiterati enjambements con separazione attributo/ sostantivo o viceversa («fioco/riverbero», vv. 3-4; «clamore/monotono», vv. 5-6; nonché ai vv. 8-9, 9-10, 11-12). In Gatto la raffinatezza compositiva fa da specchio a uno sguardo interiore sempre sul punto di conflagrare e tuttavia miracolosamente illeso. Come in ogni vero artista i suoi versi – pur nutrendosene – hanno il dominio sull’emotività



Come il mare deserto stacca il molo
nel cielo puro del tramonto, solo
resta sul tetto di lamiera un fioco
riverbero del giorno. A poco a poco
appassisce nell’aria anche il clamore
monotono d’un grido e nell’odore
largo del vento e della sera stagna
la pineta già d’ombra, la campagna
deserta nei suoi pascoli, nel raro
lume dell’acque. Ora il silenzio è chiaro.
E la notte verrà con l’incantate
terrazze ai balli forti dell’estate,
al novilunio tenero dell’Alpe.

24 poesie, ovvero il XX Secolo
secondo Mario Marchisio

Proposta di una poesia esemplare per ognuna delle 24 voci poetiche del XX secolo, scelte da Mario Marchisio come rappresentative del secolo, accompagnate da un telegrafico commento. I testi condurranno in un viaggio che parte dai primi anni dal Novecento fino alle soglie del Duemila.
L’antologizzatore si dichiara consapevole che almeno altri cinquanta autori e autrici meriterebbero spazio. Tuttavia questa è solo una scheggia, una esigua scheggia del gran mosaico che risplende alle nostre spalle.

I. Giovanni PASCOLI, La tessitrice, da Canti di Castelvecchio, 1903
II. Gabriele D’ANNUNZIO, Furit aestus, da Alcyone, 1903
III. Guido GOZZANO, L’assenza, da I colloqui, 1911
IV. Clemente REBORA, Lungo di donna un canto si trasfonde, da Frammenti lirici, 1913
V. Umberto SABA, Forse un giorno diranno, da Cose leggere e vaganti, 1920
VI. Eugenio MONTALE, Portami il girasole ch’io lo trapianti, da Ossi di seppia, 1925
VII. Giuseppe UNGARETTI, L’isola, da Sentimento del tempo, 1933
VIII. Cesare PAVESE, Donne appassionate, da Lavorare stanca, 1936
IX. Alfonso GATTO, Sere di Versilia, da Arie e ricordi, 1941
X. Dino CAMPANA, Donna genovese, da Inediti, ediz. postuma, 1942
XI. Vincenzo CARDARELLI, Gabbiani, da Poesie, 1942
XII. Diego VALERI, Albero, da Terzo tempo, 1950
XIII. Mario LUZI, Marina, da Primizie del deserto, 1952
XIV. Giorgio CAPRONI, Il carro di vetro, da Il seme del piangere, 1959
XV. Angelo Maria RIPELLINO, Piccolo circo, da Non un giorno ma adesso, 1960

Ph.: Franco Pappalardo La Rosa, Alfonso Gatto. Dal surrealismo d’idillio alla poetica delle “vittime”, Edizioni dell’Orso, 2007, dettaglio di copertina

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