Tre poesie di Edoardo Sanguineti

1.
composte terre in strutturali complessioni sono Palus Putredinis
riposa tenue Ellie e tu mio corpo tu infatti tenue Ellie eri il mio corpo
immaginoso quasi conclusione di una estatica dialettica spirituale
noi che riceviamo la qualità dai tempi
                                                            tu e tu mio spazioso corpo
di flogisto che ti alzi e ti materializzi nell’idea del nuoto
sistematica costruzione in ferro filamentoso lamentoso
lacuna lievitata in compagnia di una tenace tematica
composta terra delle distensioni dialogiche insistenze intemperanti
lc condizioni esterne è evidente esistono realmente queste condizioni
esistevano prima di noi ed esisteranno dopo di noi qui è il dibattimento
liberazioni frequenza e forza e agitazione potenziata e altro
aliquot lineae desiderantur
                                           dove dormi cuore ritagliato
e incollato e illustrato con documentazioni viscerali dove soprattutto
vedete igienicamente nell’acqua antifermentativa ma fissati adesso
quelli i nani extratemporali i nani insomma o Ellie
nell’aria inquinata
                            in un costante cratere anatomico ellittico
perché ulteriormente diremo che non possono crescere

tu sempre la mia natura e rasserenata tu canzone metodologica
periferica introspezione dell’introversione forza centrifuga delimitata
Ellie tenue corpo di peccaminose escrescenze
                                                                           che possiamo roteare
e rivolgere e odorare e adorare nel tempo
                                                                    desiderantur (essi)
analizzatori e analizzatrici desiderantur (essi) personaggi anche
ed erotici e sofisticati
                                  desiderantur desiderantur


da Laborintus, XXVII poesie, 1951-1954, in Mikrokosmos, Poesie 1951-2004, Feltrinelli, 2006, p. 13



4.
in te dormiva come un fibroma asciutto, come una magra tenia, un sogno;
ora pesta la ghiaia, ora scuote la propria ombra; ora stride,
deglutisce, orina, avendo atteso da sempre il gusto
della camomilla, la temperatura della lepre, il rumore della grandine,
la forma del tetto, il colore della paglia:
                                                            senza rimedio il tempo
si è rivolto verso i suoi giorni; la terra offre immagini confuse;
saprà riconoscere la capra, il contadino, il cannone?
non queste forbici veramente sperava, non questa pera,
quando tremava in quel tuo sacco di membrane opache.

da Erotopaegnia, XXVII poesie, 1955-1959, in Mikrokosmos, Poesie 1951-2004, Feltrinelli, 2006, p. 25



1.
ti attende il filo spinato, la vespa, la vipera, il nichel
bianco e lucente che non si ossida all’aria
                                                                  ti attende Pitagora
che disse che delle cose è sostanza il numero
                                                                             e tu prendi del polipo
gli otto tentacoli guarniti di ventose e An die Hoffnung (op. 94)
perché questo, questo lo prendono (essi)
                                                                  lo prendono perché lo trovano
osserva Iside·e i costumi abruzzesi, le medaglie per la campagna di Cina
del 1901, la maschera di Peppe Nappa
                                         la città di Cannstadt
che fu incorporata nella città di Stuttgart nel 1905
e conoscerai la confindustria e la svastica, il 13 maggio e il 24 gennaio
lo spillo di sicurezza che non sa pungere, il lecco lecco e lo Spirito Santo
          e tu prendi il gliconio e la glicerina e Hans Pfeiffer
che nacque a Kassel nel 1907, perché questo, questo lo prendono
(essi), lo prendono perché lo trovano
                                                             perché lo trovano a lavorare
perché questa è, Federico, la Descrittione del Gran Paese: è la targa
automobilistica della provincia di Foggia (FG)
                                                                        è la nave di linea a vapore
1870, è il babbuino, è il bisonte
e tu prendi gli urodeli e il ministro
Pella, la méthode des tractions rythmées de la langue (due à
Laborde),·il Petrus amat multum dominam Bertam
                                                                                perché questo,
questo lo prendono (essi), lo prendono perché lo trovano, perché
lo trovano a lavorare (…)
                                           et anderà in pregione.

da Purgatorio de l’Inferno, XVII poesie, 1960-1963, in Mikrokosmos, Poesie 1951-2004, Feltrinelli, 2006, p. 31

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